Nato nel 1942 a Castrignano de’ Greci (Le), si trasferisce all’età di 15 anni a Galatina (Le), dove espone per la prima volta nel ‘59. Nel ’60 si diploma presso l’Istituto Statale d’ Arte di Lecce in Decorazione pittorica. Consegue poi varie abilitazioni e insegna per 34 anni Educazione Artistica in alcune scuole medie della provincia di Lecce. Contemporaneamente si dedica all’attività artistica e partecipa a numerose mostre collettive e personali in varie città italiane e straniere, tra cui Lecce, Milano, Torino, Roma, Ancona, Bari, Reggio Emilia, Parma, Lugano, Genova, Novara. Privilegia la pittura, ma nel corso degli anni, si è interessato anche di grafica, fotografia, architettura, scultura, beni culturali e didattica.

Antonio-Stanca-Ricerca

   La ricerca
La sua ricerca artistica, che nel periodo giovanile era chiaramente riconducibile all’Astrattismo e all’Informale, si è nel tempo arricchita di nuovi contenuti tematici, scaturiti da profonde riflessioni personali sulla realtà e sulla vita, sostenute e integrate da letture e studi in vari settori della cultura. E’ approdata progressivamente verso un immaginario fantascientifico, liberamente interpretato e non condizionato da intenti illustrativi. Le sue pitture più recenti suggeriscono esplorazioni fantasiose nell’interno della materia (micro-universi) o nelle immense profondità del cosmo (macro-universi).


Autopresentazione

La mia produzione pittorica si basa su immagini astratte, caratterizzate da un colore, a volte, stemperato e sfumato e, a volte, grumoso e intrecciato che suggeriscono, ma non mostrano realmente, ingrandimenti microscopici della materia, ammassi gassosi dell’universo, labirinti e cunicoli senza fine, lontani e indecifrabili centri di luce ed energia. Alcune pitture fanno apparire un groviglio di vortici, che alterano con il loro andamento turbinoso e caotico la visione prospettica dello spazio, per cui ne scaturisce un deliberato e provocatorio disorientamento percettivo, che non va ricondotto solo all’area puramente visiva, ma, per estensione simbolica e metaforica, anche alla condizione esistenziale dell’uomo moderno. Cerco di rendere partecipe il fruitore del mio “viaggio lirico”, offrendogli la possibilità d’immaginare ipotetici universi, in versione micro e macrocosmica, i quali, però, sfuggono volutamente a qualsiasi tentativo di “identificazione oggettiva”, per non guastarne la poesia e non disturbarne l’atmosfera contemplativa, in cui egli è immerso. Se oggi è di moda gustare le suggestive e sofisticate immagini della “realtà virtuale”, costruita col computer, io propongo, invece, di esplorare insieme l’ “irrealtà virtuale”, che riesco a suggerire con particolari effetti pittorici. Non dovrebbe essere difficile per chi si lascia trascinare nei miei misteriosi universi dedurne la matrice filosofica: lo sgretolamento e l’inconsistenza di qualsiasi “verità”, la messa in discussione di logiche precostituite, l’indefinibilità del “nulla” e del “tutto”, l’estrema ed obbligata relatività nel circoscrivere il “tempo” e lo”spazio”.


Viaggio visivo nell’ignoto

La parola–chiave per decifrare la mia ricerca è VIAGGIO; ciascuna delle mie opere è la traduzione visiva di un viaggio che ho condotto mentalmente in un periodo di tempo più o meno lungo, affidandomi alla fantasia e all’immaginazione, dopo aver raggiunto un alto grado di isolamento e di concentrazione. E’ un’immersione totale in una dimensione quasi onirica, un sogno ad occhi aperti, un lasciarsi andare nei meandri dei ricordi di fatti, emozioni, letture di fantascienza e scienza, innumerevoli osservazioni della realtà naturale e, in particolare, dei fondali marini, tracce lasciate dai lunghi studi della storia dell’arte, sperimentazioni coloristiche e materiche informali del periodo giovanile. Da questo magma in frenetica e contemporanea mescolanza prende l’avvio un processo creativo, di cui intuisco nel momento dove può iniziare con la stesura di un determinato colore ma ignoro il risultato finale. E’ un’avventura dominata dal conflitto tra casualità e volontà, tra istinto e ragione, con tregue e accordi provvisori, in continua revisione. Man mano che il groviglio caotico dei colori assume una qualche organizzazione compositiva, accettata come possibile e valida dal mio senso critico, il tutto viene indirizzato e finalizzato al raggiungimento di un’unità armonica dell’insieme mirando, nel contempo, ad una efficace resa visiva ed estetica. Il mio operare termina soltanto quando l’immagine ottenuta risponde alle attese, cioè appare nuova, anche se non in modo assoluto, rispetto alle opere precedenti; in caso contrario procedo alla distruzione impietosa del manufatto. Dopo aver realizzato nel corso degli anni tantissime opere, ho imparato a conoscere meglio me stesso e a scoprire quali sono le idee-pilota che orientano costantemente la creazione delle mie immagini. Esse sono quelle della riconduzione alle origini più remote, un risalire attraverso le forme primordiali alla nascita della vita sulla terra, alla formazione dell’universo. Mi sento calato nel ruolo di un viaggiatore, anzi di un esploratore con il gusto dell’avventura che osa lacerare e penetrare la barriera dell’ IGNOTO, pensata visivamente come una spessa coltre fumosa e nerastra. Varcata la soglia mi ritrovo a percorrere un lungo e tortuoso tunnel, con le pareti rocciose, che lascia intravedere in lontananza un bagliore. Alcuni dei miei viaggi si concludono al termine del cunicolo, quando l’uscita consente di ammirare al di là una luce intensa e abbagliante che avvolge la visione di masse materiche di forma irregolare, sospese e in parte fuse con l’atmosfera circostante. Altri viaggi, invece, mi consentono di uscire fuori dal tunnel e d’inoltrarmi nelle immense profondità dello spazio cosmico e di lasciarmi stordire dalla rutilante visione di ammassi gassosi, galassie, stelle e pianeti. Altri, ancora, più rischiosi e impossibili, mi permettono, ovviamente con molta fantasia, di poter scorgere persino gli universi paralleli! Altri, di poter visitare un pianeta immaginario, che ho ironicamente denominato, con un anagramma del mio cognome, Tancas. Altri, infine, d’immergermi nell’interno della materia alla scoperta di micro-universi che, stranamente, appaiono come quelli macro dello spazio cosmico. Ebbene, è risaputo che ogni viaggio, sia esso reale o immaginario, nasce dal desiderio di evadere per scoprire altri luoghi, altra gente, altre tradizioni: in realtà esso consente di capire e apprezzare maggiormente il proprio ambiente e, soprattutto, di conoscere ancor di più se stessi e di migliorarsi. Pertanto, per usare una metafora, il viaggio è uno specchio, sporco e appannato che, una volta ripulito con tanta fatica e pazienza , restituisce con sorpresa all’ingenuo viaggiatore la sua stessa immagine.
Antonio Stanca / 26 sett. 2009

Pubblicazioni
Ha pubblicato vari articoli su giornali e riviste, Galatina, città e territorio, (insieme ad altri autori, edizione del Gruppo CTG-CSI La civetta di Galatina (Le), 1982), Al prof. Claudio Micolano per il suo ottantesimo compleanno ( profilo critico su Note di storia e cultura salentina, XV – 2003, Edizioni Argo), presentazioni in catalogo per le mostre di alcuni artisti..
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